Pieve di Santa Maria dell’Antella
La prima testimonianza su questa pieve risale ad un documento del 4 novembre 1040. In tipico stile romanico all’esterno, presenta al suo interno notevoli modificazioni dovute in particolare a lavori eseguiti tra il XVI e il XVII secolo.
Ha una sola navata conclusa in epoche antiche da un abside semicircolare ed ora collegata ad un’altra struttura, sempre di epoca romanica, adibita a sagrestia. All’interno sono conservati gli altari seicenteschi in pietra serena posti alle pareti della navata, e il fonte battesimale marmoreo sempre riconducibile alla stessa epoca, mentre il pulpito a cinque facce in pietra è riconducibile ad epoca anteriore, commissionato nel 1580 dal Vescovo Alessandrini.
Significative opere d’arte sono esposte ai quattro altari laterali: su quelli di destra una Crocefissione di Simone Pignoni e un tabernacolo affrescato, riferibile alla metà del Quattrocento, opera di Paolo Schiavo, raffigurante la Madonna con Bambino e con San Francesco e San Giovanni Evangelista, tipici esempi della semplicità narrativa che caratterizza le opere della pittura fiorentina del XVII secolo.
Sugli altari di destra spicca per qualità una Madonna che dona l’abito ai sette Santi fondatori dell’ordine dei Servi di Maria, opera di Lorenzo Lippi, datata 1660, di particolare interesse locale in quanto in basso si scorgono la chiesa, la canonica e il tabernacolo sul borro com’erano all’epoca.
Da segnalare, inoltre, nell’abside, una Assunzione della Vergine di Domenico Passignano, mentre, custodito all’interno di una nicchia, si conserva una terracotta policroma parzialmente invetriata dei primi del ‘500 di una Madonna in trono attribuita a Benedetto Buglioni.
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