Villa la Tana
Villa La Tana, imponente struttura settecentesca progettata dall’architetto Giovan Battista Foggini su un edificio preesistente, che nel Cinquecento fu dimora di Bianca Cappello amante e poi sposa del Granduca Francesco de’ Medici.
Proprietà del Bucelli ai primi del Quattrocento, quando era una piccola casa turrita, la villa fu denominata la Tana proprio per le sue ridotte proporzioni.
Il viale di accesso, circondato da cipressi, sale fino all’originario palazzo turrito del Quattrocento, oggi completamente trasformato grazie all’imponente ristrutturazione settecentesca che mutò in senso scenografico l’antico aspetto della villa.
All’interno, il primo piano fu eliminato per lasciare posto ad un unico salone circondato da un ballatoio ed arricchito di grandi vedute di paesaggi marini commissionate ad Antonio Carocci (1722), mentre sulla facciata esterna fu costruito l’attico, decorato da vasi di pietra e dall’orologio.
Sul retro della villa prospera, immutato, il grande giardino di aiuole geometriche composte di iris ed azalee. Questa sistemazione esterna dello spazio antistante la villa risulta molto interessante. La presenza infatti di un grande viale alberato e della grande scalinata, divisa in due rampe, è un disegno che si ripete in numerose sistemazioni esterne eseguite nel corso del XVIII secolo nelle residenze signorili extraurbane.
Un piccolo ninfeo, posto come scenografica terminazione dell’asse visivo costituito dal viale alberato, risulta essere un altro interessante elemento che si ritrova in questa tipologia di sistemazione esterna.
È presente una grotta di forma rettangolare, preceduta da un’ampia vasca dal disegno curvilineo. La vasca occupa in larghezza tutto lo spazio sottostante le due ali della scalinata monumentale che conduce alla villa, configurandosi così come scenografico elemento di conclusione visiva del maestoso viale che segnala la presenza dell’immobile.
L’esterno della grotta è risolto con un fronte definito da un arco a tutto sesto sorretto da da due colonne circolari, arricchito da applicazioni a rivestimento di materiale spugnoso e conchiglie.
Su ogni lesena si trova inoltre una specchiatura rettangolare in cui si assiste ad un maggiore impiego di frammenti di svariati materiali, quali elementi ceramici, conchiglie, spugne, e, in posizione centrale alla decorazione, di un cammeo, secondo un modus decorativo tipico dell’area fiorentina.
Lo sfarzo e la magnificenza data dai materiali, dalla varietà di colori e disegni geometrici, arricchiti ed animati dalla presenza di zampilli e riflessi d’acqua, contribuivano sicuramente alla definizione “teatrale” di tale impaginato architettonico decorativo.
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